31.1.09

IL SACERDOZIO ETERNO

Qui di seguito un altro estratto del mio prossimo libro su Melkizedek. E' necessario capire al piu presto cosa sia questo misterioso Sacerdozio Eterno al modo di Melkizedek. Il testo bliblico, soprattutto Salmi 110, suggerisce che non si può essere eterni se non si è sacerdoti, e non si è veri sacerdoti se non si diventa immortali, ossia liberi dalla catena di morti e rinascite, capaci volontariamente di incarnarsi per missioni particolari o per risvegliare altri fratelli. Il buddhismo chiama ciò il principio del Bodhisattva

Il proclama del sacerdozio eterno secondo l’Ordine di Melkizedek è in Romani 12:1 in cui Paolo, sacerdote melkizedecchiano, dice: “vi esorto, fratelli, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità del secolo, ma trasmutate rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”. Paolo è chiaro: il sacerdozio melkizedecchiano è duro, durissimo, perché richiede il sacrificio del corpo ed un’abnegazione assoluta e incondizionata alla causa di Melkizedek, come è scritto da Paolo: “nessuno, quando presta servizio militare, si intralcia nelle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l’ha arruolato” (2 Timoteo 2:4). Quindi, il sacerdote cosmico è equiparabile ad un militare, e l’essenza del servizio militare è la disciplina, la subordinazione al superiore gerarchico. Anche J.J.Hurtak definisce il sacerdozio eterno e lo fa, opportunamente, in termini di servizio a Melkizedek, il Vivente per eccellenza: “noi dobbiamo servire il Dio vivente, Colui che vive in tutte le dimensioni della coscienza, anche in quelle in cui le forme-pensiero di altri Dèi non possono dimorare, poiché egli è il Dio di tutti gli dèi (incarnati n.d.a.)” (Le Chiavi di Enoch 117:25). In cosa consiste il sacrificio corporale? Ce lo spiega lo stesso Paolo in Romani 8:1-13. Occorre sacrificare le passioni e i piaceri del corpo per potenziare lo spirito. Bisogna vivere secondo lo Spirito e non secondo la carne, per giungere alla Vita e alla Pace, e per evitare l’ira di Dio contro tutta la carne. Paolo insegna che “bisogna deporre l’uomo vecchio che si corrompe dietro le passioni ingannatrici, e rinnovarsi nello spirito della mente, rivestendo l’uomo nuovo, creato nella giustizia” (Efesini 4:22). “Trasmutare rinnovando la mente” comporta divenire qualcosa di nuovo, di completamente diverso, e questo nuovo odora di terribilmente antico, poiché occorre restaurare l’uomo primordiale, creato ad immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1:26). La distinzione di Paolo tra coloro che vivono secondo la carne e coloro che vivono secondo lo Spirito, è una discriminazione tipicamente gnostica. Molti gnostici alludevano all’esistenza di due razze animiche in antitesi: gli ilici o materialisti, e i pneumatici o spirituali. Tra di essi, agiva una classe intermedia, gli psichici che, a differenza degli ilici, avevano una possibilità di redenzione. Per gli gnostici, solo la classe dei pneumatici poteva essere annoverata nella divina figliolanza. Secondo Paolo, tuttavia, gli stessi spirituali non sono propriamente “eletti” ma pronti per spiccare il salto evolutivo definitivo, il che implica uno sforzo per mantenere i risultati raggiunti e uno sforzo ancor maggiore per superarsi. Inoltre la vigilanza su sé stessi e sulle attività di Belial (l’Avversario) deve essere alta. Lo spirituale non si deve mai cullare sugli allori, mai deve abbassare la guardia finchè il suo trionfo non è definitivo. Paolo ci insegna che i Figli del Melkizedek “non si conformano alla mentalità del secolo”. Ciò non significa che siano individui disadattati, ma più propriamente “dissidenti”, “sovversivi” ma in senso spirituale, giacchè la loro battaglia è contro il mondo e tutta la carne. Per questo sono stati sempre definiti eretici, non tanto perché si schieravano contro una religione o un’altra, ma perché si schieravano a favore dello Spirito e della Luce, e questo mondo non può perdonare un simile atteggiamento. Sanno che il tempo è un’illusione e sanno che all’interno del tempo (materia) scorre l’eternità (luce), ed è quella che loro seguono. Le mode del tempo sono il modo attraverso cui le gerarchie arcontiche di Belial crocifiggono l’anima umana al tempo stesso, evitando che essa volga lo sguardo verso il Reale. Non è cosa semplice per uno spirituale dissociarsi dalla mentalità del tempo, e ciò che egli deve fare è cogliere i brandelli di eternità celata nel tempo, velata e simboleggiata dalle cose del tempo. In caso contrario anche lo spirituale sarà destinato ad essere un burattino del sistema, e a ballare al ritmo dei padroni di questo sistema di realtà.Anche il rosacroce Johan George Gichtel scrisse della difficoltà di aderire al sacerdozio eterno: “l’uomo perfetto è il tempio del Dio trinitario, in cui si trovano: il Padre come Amore fiammeggiante, il Figlio come chiara e bella luce, e lo Spirito Santo come eterna sapienza…L’anima è infatti rivestita della presenza di Cristo, unta dallo Spirito Santo di sapienza e battezzata nell’amor divino come Melkizedek, Sacerdote dell’Altissimo…I Sacerdoti dell’Antico Testamento dovevano mantenersi puri, santi, immacolati e casti per celebrare il culto; così infatti la collera divina non veniva eccitata in loro e potevano mantenersi dinanzi a Dio nel santuario. Inoltre questo Sacerdozio di Melkizedek, relativo alla Nuova Alleanza, richiede molto di più che questo, dato che il completo servizio divino esige una rinuncia totale ad ogni amore terrestre. Il caro amore della celeste Sophia per l’anima è straordinariamente ardente e richiede, in cambio, un perfetto affetto”.

Abramo e Mosè erano certamente sacerdoti al modo di Melkizedek. Davide, pur essendo re e non potendo essere sacerdote perché non era di Levi, compie indiscutibili gesti sacerdotali: stranamente indossa l’efod di lino, che è una veste sacerdotale, compie sacrifici, benedice il popolo. Agisce come un Re-Sacerdote al modo di Melkizedek, offrendo come lui pane e un prodotto della vigna. Stessa cosa fa il figlio Salomone. Anche lui non potrebbe officiare i sacrifici e compiere gesti sacerdotali, eppure è detto che “Salomone andò in Gerusalemme, davanti all’Arca dell’Alleanza, offrì olocausti, compì sacrifici di comunione e diede un banchetto per tutti i suoi servitori” (2 Re 3:15). I patriarchi e i profeti erano quindi sacerdoti in incognito, sacerdoti secondo Dio e non secondo gli uomini, e molti altri sono stati sacerdoti pur non essendo propriamente ebrei. Il vero Israel, quello Spirituale e non carnale, è il popolo dei Melkizedek, come è detto da YHWH: “voi sarete per me un regno di sacerdoti ed una nazione santa” (Esodo 19:6). Anche 1 Pietro 2:9 e Apocalisse 5:10 esaltano il popolo dei Melkizedek: “ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui…e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra”. Quindi, coloro che erediteranno la terra saranno tutti Sacerdoti in eterno secondo l’Ordine di Melkizedek. Saranno coloro nei quali lo Spirito Santo, lo stesso Melkizedek, prenderà dimora, rendendoli unti e Figli di Dio, come è scritto: “tutti quelli che sono guidati dallo spirito divino, costoro sono Figli di Dio” (Romani 8:14). Questo popolo ha una caratteristica: offre il proprio corpo volontariamente a Dio, come è detto in Salmi 110. C’è un solo gruppo nell’Antico Testamento che aderisce ad un simile principio, i naziriti lungichiomati (Numeri 6:1), che l’ebraismo ortodosso ha sempre visto come strani monaci voluti da Mosè. Non è un caso che la parola Nazir oggi indichi i Cristiani.

I sacerdoti di Melkizedek ricevono il giuramento ciascuno direttamente da Dio. Essi non sono sacerdoti per una questione di appartenenza ad una tribù sacerdotale, ma per la purezza di vita, per la “vita indefettibile”, la stessa che contraddistingueva Abramo, che secondo il Corano era un hanif (puro). Gesù, sacerdote al modo di Melkizedek, è tale perché giunse a perfezionarsi, ossia trionfare sulle pulsioni del corpo e dell’anima carnale-passionale: “era ben giusto che Dio rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla salvezza (2:10)…reso perfetto, Gesù divenne causa di salvezza eterna (5:9)…la Legge costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti all’umana debolezza, ma la parola del giuramento costituisce il figlio che è stato reso perfetto in eterno (7:28)”. Quindi il conseguimento della perfezione iniziatica della natura umana, impossibile a qualsiasi sacerdozio umano, comporta l’attribuzione del titolo di Sacerdote in eterno dell’Altissimo. Uomo perfetto è colui nel cui chakra cardiaco Dio si manifesta, colui nel quale lo spirito e l’anima, il maschio e la femmina, sono uniti per sempre in un corpo di luce, epilogo del vero cammino spirituale. Un tale essere esce dall’eterna ruota delle incarnazioni e si pone al di sopra dei poteri di questo mondo. Ha pienamente ragione J.J.Hurtak quando scrive: “fino a che non giungerà l’occhio di Horus, la coscienza dell’Adamo è imprigionata nelle spirali karmiche come in una ruota del tempo. Fino a quando il corpo di coscienza dell’Adamo rimane esclusivamente nel ciclo karmico, il suo corpo spirituale non può condurre il suo corpo mentale in altri regni vibrazionali…Senza il suo corpo spirituale, l’uomo ritornerà solo per reincarnarsi ancora e ancora come un’intelligenza sotto-adamica” (Le Chiavi di Enoch 205:75). Gesù è l’Adamo il cui corpo spirituale e mentale (anima) sono divenuti una sola cosa. I buddisti parlerebbero di “liberato in vita” o di “risvegliato” ; gli induisti di “nato due volte”; gli esoteristi cristiani parlerebbero di Dio risorto nell’uomo, di nascita dell’Io sono nell’anima o di rinascita dall’alto. L’uomo perfetto è un Melkizedek, e Gesù diventa pienamente tale solo quando si sottomette alla volontà del Padre in croce ed afferma: “tutto è perfezionato” (Giovanni 19:30). Egli divenne perfetto perché Melkizedek è il perfetto per eccellenza. Di lui, occultamente, parla il Vangelo di Filippo 28: “l’Uomo celeste, molti sono i suoi figli, più che dell’uomo terrestre. Se i figli dell’Adamo terrestre sono numerosi, per quanto ne muoiano, quanti di più sono i figli dell’Uomo Perfetto, che non muoiono mai, ma sono rigenerati in eterno”. Se Melkizedek è il Vivente e l’Immortale, qui assimilato, all’Adamo primigenio e glorioso (quello del sesto giorno) anche coloro che sono da lui generati divengono perfetti ed immortali, poiché entrano nella sua pace (Salem). Ed è per questo che ancora Filippo (30) dice della generazione melkizedecchiana: “tutti coloro che sono generati nel mondo sono generati dalla natura, gli altri dallo Spirito. Coloro che sono generati dallo Spirito gridano di là all’Uomo primigenio, perché si nutrono della promessa del luogo in alto”. Coloro che cercano il perfezionamento al modo di Melkizedek sono, quindi, meri volontari, aderiscono al sacerdozio di Melkizedek pienamente coscienti e per loro scelta, e diventano tali solo dopo prove terribili, prove iniziatiche a cui vengono sottoposti dallo stesso Melkizedek. Gesù, che rappresenta lo standard ideale di questo sacerdozio, non sfugge a tale regola; egli non diviene sacerdote al modo di Melkizedek per diritto divino, ma perché “nei giorni della sua vita terrena, egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte, e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì” (Ebrei 5:7). Imparare l’obbedienza al Padre significa capire, accettare e fare la volontà del Padre stesso.

I sacerdoti di Melkizedek, i Melkizedek, sono i Perfetti, i Giustificati. Il Sacerdozio del Melkizedek è il sacerdozio del perfezionamento dell’anima, che passa per la reintegrazione dell’essere divino celato nell’uomo. Non a caso Gesù Melkizedek disse: “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro” (Matteo 5:48); o anche: “Se vuoi che io ti inizi e ti istruisca sulla Verità, dai i tuoi beni ai poveri e poi segui me” (Matteo 19:21). Chi è oggi capace di seguire il Melkizedek, il Signore del proprio essere?

Nessun commento:

Posta un commento